EVOLUZIONE/NOVITÀ
DI LAURA ANTONINO | 30 DICEMBRE 2025
NotebookLM alza i caratteri della personalizzazione da 500 a 10.000 caratteri: un aggiornamento che sembra irrilevante, ma che in realtà cambia tutto.
NotebookLM nuova “personalizzazione”
Fino a qualche settimana fa, la “personalizzazione” in NotebookLM era una funzione piuttosto semplice e basilare: una casella di testo da riempire nelle impostazioni, all’interno della sezione personalizza chat, disponibile con disponibilità variabile a seconda del piano/account attivato. Si potevano dare poche righe di indicazioni generali su come si desiderava che lo strumento rispondesse: in pratica, serviva soprattutto a impostare lo stile. Tono più formale o più colloquiale, risposte più brevi o più distese, preferenza di lingua o di formato. Utile sicuramente, ma con un limite evidente: con poche centinaia di caratteri non si riusciva a costruire un vero modo di lavorare; al massimo si riusciva ad orientare la conversazione.
Ad esempio, con il limite dei 500 caratteri, le indicazioni usate erano soprattutto:
- “Usare un tono professionale, esplicito, senza tecnicismi ma sintetico.”
- “Rispondere in inglese, con punti elenco quando possibile.”
- “Rispondere come un assistente allo studio”

Indicazioni sicuramente utili, ma troppo generiche per un approfondimento strutturato o per costruire un assistente davvero aderente alle necessità del professionista: quanto sopra infatti, non garantisce, ad esempio chiarezza e facilità nella verifica dell’output, non separa con rigore fatti e interpretazioni, o segnala eventuale documentazione integrativa da recuperare.
Quando si è diffusa la notizia dell’estensione del limite da 500 a 10.000 caratteri, è stato subito evidente che finalmente non si tratta più di “giocare con il tono”, ma potevamo iniziare davvero a costruirci sopra un metodo.
Uno strumento che ragioni in modo controllabile
Nei nostri studi non serve un assistente solo “educato” e “professionale”: serve uno strumento che ragioni in modo controllabile, che distingua ciò che è un fatto da ciò che è un’ipotesi e che, soprattutto, sappia fermarsi e dichiarare: “manca un elemento, non è possibile concludere”.
Il punto è concreto. Quando si interrogano documenti (una pratica, una procedura interna, una serie di e-mail, appunti di una call), la risposta generica spesso produce un riassunto scorrevole ma operativo solo in parte. Poi inizia il lavoro vero: capire cosa è centrale e cosa è marginale, cosa è condizione e cosa è eccezione, quali sono i passaggi successivi, quali i rischi, quali le domande corrette da porre al cliente.
Avere 10.000 caratteri a disposizione serve a ridurre questo “riordino manuale” che tutti dobbiamo per forza realizzare in un secondo momento. Chiariamo però: migliorare la personalizzazione non rende l’IA infallibile, ma ci aiuta ad impostare una struttura di lavoro stabile: indicare che non si desiderano riassunti fine a sé stessi, ma risposte utili per decidere come muoversi; privilegiare risposte brevi ma solide; richiedere che ogni affermazione sia ancorata a un passaggio dei documenti; imporre che i dati mancanti vengano evidenziati chiaramente.
In particolare, diventa possibile fissare una regola che, in ambito fiscale-contabile, vale più di qualunque scelta stilistica: niente supposizioni travestite da certezze. Le mezze frasi sono pericolose quanto gli errori. “Forse”, “probabilmente”, “sembra” non sono prudenza: sono ambiguità. Se manca una base documentale certa, la risposta corretta non è un giro di parole elegante; è: l’informazione non è presente nei documenti; occorre questo dato; è necessaria questa verifica. NotebookLM già oggi lavora bene su due aspetti: cita le fonti e dichiara quando l’informazione non è presente nei documenti. Con l’estensione della personalizzazione è possibile spingersi oltre, chiedendo che vengano esplicitate anche le inferenze e le condizioni che sorreggono una conclusione.
Quando l’informazione viene restituita con un ordine coerente con il lavoro di studio — prima i fatti, poi i punti da verificare, poi i passaggi operativi — non è più necessario ricostruire e rimettere in fila ogni volta. La differenza non è nella quantità di testo prodotto, ma nella riduzione della fatica interpretativa e del rischio di fraintendimenti.
Inoltre, l’impostazione può essere adattata ai contesti. Sulle procedure interne è utile far emergere passaggi e responsabilità; su temi IVA è utile dare priorità a presupposti, eccezioni, criticità e documenti da richiedere; nel controllo di gestione è utile evidenziare driver, scostamenti, dati mancanti e una traccia di commento. Una personalizzazione più ampia consente di definire in anticipo queste priorità, senza doverle rispiegare ad ogni interazione.
Cambio di approccio
In sintesi, cambia l’approccio: non è l’utente che deve “imparare a fare le domande perfette” per ottenere una risposta utilizzabile; è lo strumento che può essere impostato perché filtri e restituisca le informazioni secondo un criterio stabile, utile e replicabile. Così NotebookLM smette di essere un interlocutore brillante ma imprevedibile, e diventa un componente del processo: ordinato, controllabile, più affidabile.
Un test semplice è sufficiente: si prende lo stesso set di documenti, si pone la stessa domanda prima e dopo una personalizzazione seria (anche solo 1.000–2.000 caratteri). La differenza non sarà nella quantità di testo, ma nella sicurezza e rapidità con cui la risposta diventa operativa.
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