COMMENTO
DI GERARDO URTI | 16 SETTEMBRE 2025
L’Organismo Italiano di Contabilità (OIC) rilancia il proprio impegno nella promozione della ricerca accademica su temi di grande attualità e rilevanza per la professione contabile e per il mondo aziendale. Con l’avviso pubblicato a inizio settembre, l’OIC ha annunciato un’iniziativa di ampio respiro: promuovere la ricerca accademica su temi centrali per l’evoluzione del reporting finanziario e di sostenibilità. L’Organismo Italiano di Contabilità (OIC) ha previsto tre premi, da 5.000 euro ciascuno, destinati agli autori delle migliori ricerche accettate per la presentazione al prossimo Congresso dell’European Accounting Association (EAA) che si terrà a Praga nel 2026. Il termine per presentare le ricerche è il 1° dicembre 2025.
La premessa
Con l’avviso pubblicato a inizio settembre, l’OIC ha annunciato un’iniziativa di ampio respiro: promuovere la ricerca accademica su temi centrali per l’evoluzione del reporting finanziario e di sostenibilità.
L’Organismo Italiano di Contabilità (OIC)rilancia il proprio impegno nella promozione della ricerca accademica su temi di grande attualità e rilevanza per la professione contabile e per il mondo aziendale.
L’Organismo Italiano di Contabilità (OIC) ha previsto n. 3 premi, da 5.000 euro ciascuno, destinati agli autori delle migliori ricerche accettate per la presentazione al prossimo Congresso dell’European Accounting Association (EAA) che si terrà a Praga nel 2026.
Il termine per presentare le ricerche è il 1° dicembre 2025.
Le tematiche
Le tematiche individuate sono di assoluto rilievo:
- l’utilità delle informazioni contenute nel reporting di sostenibilità;
- la connettività tra reporting finanziario e reporting di sostenibilità;
- la necessità di ripensare il rendiconto finanziario (Statement of Cash Flows).
Si tratta di n. 3 aree di indagine che non riguardano solo l’accademia, ma che toccano in profondità la pratica quotidiana dei professionisti contabili, dei revisori e dei consulenti aziendali.
La rendicontazione sta infatti vivendo una fase di trasformazione epocale: alla tradizionale centralità del bilancio si affianca ormai un sistema complesso di disclosure non finanziarie, regolamentate a livello europeo e internazionale, che ridefiniscono il concetto stesso di trasparenza societaria.
Le ricerche
L’OIC, quale standard setter nazionale, ha tra le sue funzioni non solo l’elaborazione dei principi contabili italiani, ma anche la promozione di una cultura contabile capace di dialogare con gli standard internazionali (IAS/IFRS) e con le nuove regole europee in materia di sostenibilità.
In questo contesto, l’iniziativa di finanziare ricerche accademiche rappresenta un passo importante: creare un ponte tra teoria e prassi, tra riflessione scientifica e applicazione concreta.
Il primo tema di ricerca riguarda la “usefulness of sustainability reporting information”, ossia l’effettiva utilità delle informazioni di sostenibilità per i diversi stakeholder.
Con l’entrata in vigore degli ESRS (European Sustainability Reporting Standards), le grandi imprese europee hanno pubblicato i primi report conformi a un quadro normativo nuovo, ambizioso e in parte controverso.
Questi report segnano un passaggio epocale: non si tratta più di iniziative volontarie, spesso di natura comunicativa, ma di veri e propri obblighi regolamentari con contenuti standardizzati.
Tuttavia, la domanda di fondo rimane aperta: queste informazioni vengono realmente utilizzate da investitori, analisti, banche, clienti e fornitori? Oppure rischiano di tradursi in un adempimento formale, gravoso per le imprese e poco incisivo per il mercato?
Il tema è cruciale per i professionisti: da un lato, devono supportare le aziende nell’implementazione degli ESRS, garantendo qualità dei dati e coerenza con i bilanci; dall’altro, devono comprendere se e come tali informazioni abbiano un valore decisionale.
Studi empirici, indagini sui mercati e analisi comparative potranno aiutare a chiarire se l’imponente sforzo richiesto alle imprese stia davvero producendo benefici in termini di trasparenza, accountability e attrattività verso investitori e stakeholder.
Il secondo filone di ricerca è forse il più innovativo: la “connectivity between financial and sustainability reporting information”.
La sfida è integrare in modo coerente e leggibile i due mondi, quello finanziario e quello non finanziario.
Sul piano normativo, si registrano numerosi interventi:
- lo IASB ha pubblicato un Exposure Draft sugli effetti del cambiamento climatico e di altre incertezze nei bilanci, introducendo esempi di connessione con le informazioni di sostenibilità;
- l’ISSB (International Sustainability Standards Board) richiede specifiche disclosure sulla connettività;
- l’UE, con l’ESRS, distingue tra connettività diretta e indiretta, a seconda che vi sia o meno una piena riconciliazione con i dati finanziari.
Il nodo centrale è evitare duplicazioni e incoerenze.
I report devono essere olistici e coerenti, non sommatorie di documenti separati che rischiano di confondere anziché chiarire. Per i professionisti, ciò implica la necessità di sviluppare nuove competenze:
- saper leggere i legami tra dati economico-finanziari e indicatori ESG,
- gestire riconciliazioni,
- interpretare l’impatto delle scelte di sostenibilità su margini, costi, investimenti e flussi di cassa.
La ricerca accademica potrà fornire un contributo decisivo per individuare metodologie e strumenti capaci di rendere questa connettività effettiva, superando il rischio di duplicazioni e favorendo report realmente integrati.
Il terzo tema riguarda il Rethinking the Statement of Cash Flows. Lo IAS 7, che disciplina il rendiconto finanziario, è da tempo oggetto di critiche: in un contesto economico sempre più complesso, il modello tradizionale rischia di non fornire informazioni sufficienti sulla capacità delle imprese di generare liquidità, di resistere agli shock e di creare valore nel lungo periodo.
Gli Organismi come lo IASB, l’EFRAG e il Financial Reporting Council britannico hanno avviato iniziative per rivedere struttura e contenuti del rendiconto finanziario, con l’obiettivo di aumentarne trasparenza, comparabilità e rilevanza.
Tra le proposte emergono:
- maggiore disaggregazione delle voci;
- introduzione di subtotali standardizzati;
- migliore allineamento con gli altri prospetti di bilancio;
- collegamenti più espliciti con gli indicatori di resilienza e sostenibilità aziendale.
Per i professionisti, questo tema è di immediata rilevanza. Il rendiconto finanziario è spesso percepito come documento “tecnico”, utile soprattutto per analisti e banche, ma in realtà può diventare un potente strumento di valutazione della solidità e delle prospettive aziendali.
Ripensarne la struttura significa offrire agli stakeholder un quadro più chiaro del legame tra performance contabile, gestione finanziaria e strategie di sostenibilità.
Il finanziamento della ricerca
La decisione dell’OIC di finanziare ricerche su questi tre temi riflette la consapevolezza che la professione contabile sta attraversando una trasformazione profonda. Non si tratta solo di aggiornareprincipi o introdurre nuovi obblighi, ma di ripensare il ruolo stesso dell’informazione aziendale: da strumento di rendicontazione retrospettiva a leva di trasparenza, governance e competitività.
Per i professionisti italiani, seguire l’evoluzione di queste ricerche non è un esercizio accademico, ma un’opportunità per anticipare i trend regolatori, prepararsi a nuovi obblighi e acquisire competenze distintive. In un mercato in cui la sostenibilità e la trasparenza diventano driver competitivi, la capacità di integrare dati finanziari e non finanziarisarà una skill sempre più richiesta.
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