3° Contenuto Riservato: La nuova “Carta dedicata a te” 2025: regole e vincoli del bonus alimentare da 500 euro

COMMENTO

DI FRANCESCA BICICCHI – STUDIO NEVIO BIANCHI & PARTNERS | 1 SETTEMBRE 2025

Il D.M. 30 luglio 2025 disciplina il bonus alimentare da 500 euro destinato alle famiglie con ISEE fino a 15.000 euro, indicandone requisiti e modalità di erogazione.

Premessa

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n. 186 del 12 agosto 2025, il D.M. 30 luglio 2025 del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste ha introdotto la nuova edizione della misura nota come “Carta dedicata a te”, un contributo economico pari a 500 euro, erogato in forma elettronica e destinato all’acquisto di beni alimentari di prima necessità. L’intervento, che si colloca nel solco delle precedenti social card e del Fondo alimentare 2024, si propone di sostenere i nuclei familiari maggiormente esposti al caro vita, fissando regole puntuali di accesso, esclusioni e modalità di fruizione.

Requisiti di accesso e platea dei beneficiari

I beneficiari del contributo sono i cittadini appartenenti a nuclei familiari, residenti nel territorio italiano, in possesso di determinati requisiti alla data della pubblicazione del decreto, dunque al 12 agosto 2025:

  1. iscrizione di tutti i componenti nell’anagrafe della popolazione residente (Anagrafe comunale);
  2. titolarità di una certificazione ISEE ordinario, in corso di validità, con indicatore non superiore ai 15.000 euro annui.

Rimangono esclusi dalla possibile fruizione del beneficio i nuclei familiari che, sempre al 12 agosto 2025, includano percettori di:
1. Assegno di inclusione; 
2. Reddito di cittadinanza; 
3. Carta acquisti;
4. qualsiasi altra misura di inclusione sociale o sostegno alla povertà che preveda l’erogazione di un sussidio economico, di livello nazionale, regionale o comunale;
5. NASPI o DIS-COLL;
6. Indennità di mobilità;
7. Fondi di solidarietà per l’integrazione del reddito;
8. Cassa integrazione guadagni (CIG);
9. qualsivoglia altra forma di integrazione salariale o sostegno in caso di disoccupazione involontaria, erogata dallo Stato.

Viene concesso 1 solo contributo per nucleo familiare, di importo complessivo pari a 500 euro, destinato all’acquisto di beni alimentari di prima necessità ad esclusione di qualsiasi tipologia di bevanda alcolica.

Criteri di selezione e distribuzione territoriale

Un ruolo centrale è affidato all’INPS, incaricato di elaborare e trasmettere, entro 30 giorni dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale, ai Comuni gli elenchi dei beneficiari, secondo priorità legate alla composizione del nucleo e alla presenza di figli minori. La graduatoria privilegia, nell’ordine, famiglie con almeno 3 componenti e figli nati entro il 2011, poi, a parità di componenti, entro il 2007 e infine altri nuclei numerosi, con l’ulteriore filtro dell’ISEE più basso a parità di condizioni.

Comuni, da parte loro, ricevono un numero di carte calcolato in base a un criterio misto: metà in proporzione alla popolazione residente, metà tenendo conto della distanza del reddito medio comunale dalla media nazionale. In questo modo si tenta di contemperare equità distributiva e attenzione ai territori più fragili.

Modalità di erogazione e limiti temporali

La carta elettronica prepagata, distribuita a partire da settembre 2025 da Poste Italiane, deve essere utilizzata per un primo pagamento entro il 16 dicembre 2025, pena la decadenza del beneficio. L’intero importo va speso entro il 28 febbraio 2026, esclusivamente per prodotti alimentari indicati nell’allegato 1 al decreto.

La misura introduce quindi un doppio vincolotemporale, stante l’utilizzo entro 3 mesi, e merceologico, prevedendo una spesa limitata ai beni alimentari di prima necessità elencati nell’allegato al decreto, tra cui rientrano, ad esempio carni, pesce, latticini, ortofrutta, cereali, alimenti per l’infanzia, miele, zucchero, caffè e prodotti DOP e IGP.

Il ruolo degli esercizi commerciali

Gli operatori economici che intendono aderire devono accreditarsi presso il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste e impegnarsi in iniziative di contenimento dei prezzi, offrendo sconti dedicati ai possessori della carta. Questa condizione introduce un elemento innovativo: il coinvolgimento diretto della filiera commerciale nella politica sociale. Non si tratta solo di distribuire un beneficio economico, ma di stimolare dinamiche di responsabilità sociale d’impresa nella grande distribuzione e nel commercio al dettaglio.

Impatto sociale e lavoristico

La misura non ha solo un rilievo assistenziale, ma si inserisce in un quadro più ampio di politiche sociali con effetti indiretti anche sul mercato del lavoro. L’esclusione dei percettori di ammortizzatori sociali conferma l’intento del legislatore di separare strumenti di sostegno al reddito da misure di contrasto alla povertà alimentare. Tuttavia, questa distinzione potrebbe lasciare scoperta una fascia di lavoratori precari che, pur percependo indennità temporanee, rimangono in condizioni di forte vulnerabilità economica.

La “Carta dedicata a te” mette in evidenza la progressiva frammentazione del sistema di welfare: da un lato sussidi legati alla condizione lavorativa, dall’altro misure mirate al consumo alimentare, con il rischio di creare disomogeneità tra categorie di cittadini. Allo stesso tempo, l’attenzione alle famiglie numerose segnala un orientamento demografico delle politiche sociali, che incrocia le recenti misure a favore della natalità e della conciliazione vita-lavoro.

Considerazioni conclusive

La nuova edizione della “Carta dedicata a te” rappresenta un tassello importante nella rete di protezione sociale italiana, con un finanziamento di 500 milioni di euro per il 2025 e la possibilità di utilizzare le economie residue dell’anno precedente. L’impianto normativo appare chiaro e stringente, ma il successo della misura dipenderà dall’efficacia operativa dei Comuni e dalla collaborazione con Poste Italiane e gli esercizi commerciali.

Sul piano giuslavoristico, resta aperta la questione della coerenza complessiva del welfare: il rischio è di frammentare l’intervento pubblico in micro-misure settoriali, anziché consolidare un sistema organico di tutela dei redditi familiari e di contrasto alla povertà lavorativa. In un contesto di crescente precarizzazione, sarà essenziale monitorare non solo la spesa effettiva delle carte, ma anche gli effetti indiretti su famiglie lavoratrici, inclusione sociale e dinamiche occupazionali.

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