PROFESSIONISTI E PROFESSIONE
DI FEDERICO LOFFREDO | 30 OTTOBRE 2025
Il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha diramato un importante comunicato che riguarda direttamente i professionisti e gli studi commercialisti presenti su LinkedIn. Dal 3 novembre 2025, la piattaforma inizierà ad utilizzare i dati personali degli utenti per addestrare i propri sistemi di intelligenza artificiale generativa, a meno che non venga esercitato il diritto di opposizione entro tale data.
Cosa cambia dal 3 novembre
LinkedIn utilizzerà per l’addestramento dei propri modelli di IA generativa tutti i contenuti pubblici degli utenti maggiorenni, inclusi post, commenti, didascalie, foto, dati relativi a offerte di lavoro e attività nei gruppi. La decisione si basa sulla base giuridica del “legittimo interesse”, una delle basi previste dal GDPR che tuttavia il Garante sta verificando insieme alle altre Autorità europee per accertarne l’effettiva idoneità in questo contesto.
Perché è importante per i commercialisti
Per gli studi professionali e i commercialisti che utilizzano LinkedIn come strumento di networking, marketing professionale e condivisione di contenuti, questa novità presenta diverse criticità. I post che trattano casi professionali (anche se anonimi), commenti su normative fiscali, analisi di sentenze, discussioni su interpretazioni tributarie o contributi in gruppi professionali potrebbero essere utilizzati per addestrare sistemi di intelligenza artificiale.
Questo solleva interrogativi sulla proprietà intellettuale dei contenuti professionali, sulla riservatezza delle strategie di studio e sulla potenziale diffusione indiretta di know-how professionale.
Il diritto di opposizione: tempistiche cruciali
Il Garante sottolinea un aspetto fondamentale che riguarda le tempistiche dell’opposizione. Se il diritto viene esercitato PRIMA del 3 novembre 2025, è possibile sottrarre all’addestramento dell’intelligenza artificiale TUTTE le informazioni personali già pubblicate sulla piattaforma.
Al contrario, se l’opposizione viene esercitata DOPO il 3 novembre, essa interesserà solamente i contenuti pubblicati successivamente, mentre quelli già online saranno comunque utilizzati per l’addestramento dell’IA.
Questo significa che per proteggere retroattivamente tutto il proprio patrimonio di contenuti professionali condivisi nel tempo su LinkedIn, è necessario agire entro il 3 novembre 2025.
Utenti e non utenti: tutti potenzialmente coinvolti
Un aspetto particolarmente rilevante evidenziato dal Garante riguarda anche i NON utenti di LinkedIn. Infatti, i dati personali possono essere presenti sul social network anche se pubblicati da altri utenti (ad esempio, quando un cliente o un collega condivide un documento, cita un professionista o pubblica una foto che lo ritrae). Anche in questi casi sussiste il diritto di opposizione al trattamento dei dati per finalità di addestramento dell’IA.
Come esercitare il diritto di opposizione
Per facilitare i professionisti nell’esercizio di questo diritto, il Garante ha pubblicato sul proprio sito istituzionale (www.gpdp.it) una scheda informativa dettagliata che illustra le modalità pratiche per opporsi al trattamento. LinkedIn ha reso disponibili specifiche procedure online attraverso le impostazioni del proprio account.
La verifica dell’autorità
Il comunicato del Garante, datato 28 ottobre 2025, evidenzia che è in corso una attività di verifica coordinata con le altre Autorità europee per accertare la conformità dell’iniziativa di LinkedIn alla normativa privacy.
In particolare, l’attenzione è focalizzata su tre aspetti:
- Il corretto funzionamento dei meccanismi di opposizione
- La tipologia dei dati personali coinvolti nelle attività di trattamento
- La sussistenza dei presupposti per l’idoneità della base giuridica del legittimo interesse
Raccomandazioni per gli studi professionali
Alla luce di quanto emerso, si raccomanda agli studi commercialisti di:
- Valutare attentamente entro il 3 novembre 2025 l’opportunità di esercitare il diritto di opposizione per proteggere i contenuti professionali già pubblicati
- Informare i collaboratori di studio e i dipendenti della possibilità di opporsi al trattamento
- Considerare l’aggiornamento delle policy interne sulla gestione dei social media professionali
- Riflettere sui contenuti futuri da condividere sulla piattaforma, valutando il rapporto tra visibilità professionale e protezione del know-how
- Consultare la scheda informativa del Garante per le istruzioni operative dettagliate
- Monitorare gli sviluppi della verifica in corso da parte delle Autorità europee
La questione rappresenta un importante precedente nell’evoluzione del rapporto tra intelligenza artificiale, social media professionali e protezione dei dati personali, con potenziali implicazioni anche per altre piattaforme che potrebbero adottare iniziative simili in futuro.
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