CIRCOLARE TUTTOQUESITI
Le risposte alle domande dei professionisti
DI ANDREA BONGI, MAURIZIO TOZZI | 19 DICEMBRE 2025
Si presentano le riposte ai quesiti pervenuti in occasione dell’Aggiornamento e Applicazione pratica del Master MySolution Fisco 2025/2026, dedicati al tema “Accertamento: casi concreti”. Selezione informatizzata del rischio fiscale attraverso tecniche di Intelligenza Artificiale per una razionalizzazione dell’azione di controllo. È su queste basi che ormai la nostra Amministrazione finanziaria sta investendo risorse umane e finanziarie per rendere più efficaci ed efficienti sia la lotta all’evasione sia le attività di stimolo all’adempimento spontaneo (la c.d. compliance). Anche le procedure di riscossione, soprattutto quelle di tipo coattivo, dovranno trovare nuova linfa dall’utilizzo di questi nuovi ed innovativi strumenti.
La giornata del Master si è incentrata in una panoramica completa e operativa delle varie tipologie di analisi informatizzate del rischio fiscale effettuate dall’Agenzia delle Entrate esaminate durante il Corso. Si tratta di casi concreti di selezione delle posizioni di contribuenti risultati “positivi” a rischi fiscali predeterminati dall’Amministrazione Finanziaria.
Tale analisi è prodromica all’approfondimento afferente alla corretta gestione del controllo fiscale (eventuale e successivo), relativamente sia allo schema d’atto, sia agli atti impugnabili, in modo da offrire la più ampia visione delle diverse opportunità che si offrono al contribuente sottoposto al vaglio dell’Amministrazione Finanziaria.
Quesito n. 1 – Invio della dichiarazione ultrannuale integrativa per errata compilazione quadro RU
Domanda
Quale è la sanzione per invio della dichiarazione integrativa oltre l’anno per errata compilazione del quadro RU (mancata esposizione di un credito che è stato compensato)? E quale sarebbe il ravvedimento se si voglia sanare contestualmente all’invio del modello dichiarativo?
Risposta
L’errata compilazione del quadro RU vede l’irrogazione base della sanzione da errore formale, non essendovi imposta emergente (250 euro nel passato per errori fino al 31 agosto 2024, poi 150 euro, ritenendosi presente la dichiarazione). Per il ravvedimento, oltre un anno, ma entro il secondo, nel passato ha riduzione ad 1/7, poi diventa 1/6. Con le nuove regole, la riduzione è ad 1/7.
Quesito n. 2 – Dichiarazione integrativa a favore, in assenza di versamenti effettuati
Domanda
Nel momento in cui la dichiarazione originariamente presentata dal contribuente non sia stata accompagnata dai necessari versamenti e venga successivamente sostituita da una integrativa a favore (minori importi dovuti), con l’esecuzione dei versamenti di quanto effettivamente dovuto con ravvedimento operoso, è corretto considerare le sanzioni da tardivo versamento e non quelle da infedele dichiarazione?
Risposta
Dipende dalla tempistica di correzione e dagli errori corretti.
Trattasi di caso molto particolare, ma se si sana entro i 90 giorni successivi alla scadenza senza dubbio si tratta di omessi versamenti. In data successiva diventa un minimo problematica la vicenda, pur dovendo asserire che in linea teorica vi sarebbe l’omesso versamento originario e poi il recupero del credito.
Quesito n. 3 – Schema d’atto e periodo di prescrizione azione ufficio
Domanda
La notifica dello schema d’atto al 31 dicembre dell’ultimo anno utile per l’Ufficio per l’accertamento interrompe i termini, oppure deve essere pervenuto l’avviso di accertamento entro il medesimo termine?
Risposta
Interrompe di fatto i termini, in quanto la norma prevede 120 giorni in più per la decadenza a decorrere dal termine per le osservazioni.
Quesito n. 4 – Errori sostanziali
Domanda
Le infedeli dichiarazioni riguardano errori “sostanziali” non intercettabili dal Fisco con la mera liquidazione o con il controllo fiscale: l’aver omesso un reddito certificato da CU o un reddito da locazione con contratto regolarmente registrato possono essere considerati errori sostanziali non intercettabili dal Fisco?
Risposta
Sono errori sostanziali accertabili ex art. 41-bis D.P.R. n. 600/1973.
Quesito n. 5 – Dichiarazione integrativa quadro RR omesso
Domanda
Dichiarazione integrativa per indicare i dati del quadro RR omesso si può presentare oltre i 5 anni per poter comunicare i dati necessari all’INPS?
Risposta
Tecnicamente è possibile presentare una dichiarazione integrativa di questo tipo. Resta da capire quale sarà la reazione dell’Ufficio e la convenienza del contribuente visto che comunque per i redditi indicati nel quadro RR non dovrebbero essere stati versati i contributi previdenziali relativi.
Quesito n. 6 – Brexit, immobile detenuto in Gran Bretagna: ravvedimento quadro RW
Domanda
A seguito Brexit, mancato adeguamento in RW del valore immobile detenuto in GB, da Modello Redditi 2022 a Modello Redditi 2024 compreso. Per IVIE non versata, sulla differenza, va applicata sanzione (1/6) del 90 o del 120%? La sanzione del 3% per mancato monitoraggio fiscale è applicabile solo per il primo anno (modello Redditi 2022) in quanto poi il valore è noto ad A.d.E.?
Risposta
IVIE ha sanzione 90% come da Risoluzione n. 82/2020. 3% temo in ogni anno, data l’omissione dichiarativa. Eventualmente da sentire Ufficio.
Quesito n. 7 – Giroconto tra 2 conti intestati a stesso soggetto e controlli del Fisco
Domanda
Un contribuente titolare di 2 conti correnti effettua un giroconto di 50.000 euro dal conto aziendale al privato. Rischia un accertamento per entrate bancarie superiori (per 50.000 euro) rispetto ai ricavi dichiarati? Oppure le entrate provenienti da un altro conto intestato allo stesso soggetto non vengono considerate/comunicate dalla banca all’Agenzia delle Entrate?
Risposta
I giroconti non sono oggetto di segnalazione da parte della banca all’Agenzia delle Entrate o alla GDF. Nell’archivio dei rapporti finanziari finiscono i totali annui in entrata e in uscita su ogni conto corrente. Il problema dei giroconti esiste e il contribuente è chiamato a darne prova in sede di contraddittorio onde evitare spiacevoli ripercussioni in termini accertativi.
Quesito n. 8 – Controllo G.d.F. sulle differenze di inventario
Domanda
Quale potrebbe essere una strategia difensiva per una verifica della GdF nella quale sono state riprese tutte le differenze inventariali (sia positive che negative) rilevate direttamente dal contribuente nei suoi normali inventari fisici? Il totale delle riprese è nell’ordine del 4-5% del valore del magazzino.
Risposta
Sulla base della domanda si evince che l’entità delle riprese è piuttosto modesta in rapporto al totale delle rimanenze. Un aspetto che potrebbe essere utile verificare è come si sono determinate tali riprese e su quali categorie di beni si sono incentrate. Spesso vengono prese a riferimento tipologie di beni o prodotti che non sono in realtà rappresentativi dell’attività in concreto esercitata. In una situazione di questo genere se le riprese si concentrano su prodotti poco rilevanti sul totale del magazzino si può contestare la scarsa significatività della presunzione sulla quale i verificatori hanno fondato le riprese.
Quesito n. 9 – Annotazione ISA per la gestione del contraddittorio
Domanda
Quanto vengono viste/analizzate le annotazioni ISA che cercano di dare giustificazioni sull’esito del voto basso, come situazioni di salute personale?
Risposta
Le annotazioni inserite dal contribuente a giustificazione di un basso punteggio ISA o di una anomalia gestionale rilevata dal software “ILTUOISA” hanno sicuramente rilievo in fase di gestione del contraddittorio. Sulla base delle casistiche giunte a sentenza non è possibile capire quanto abbiano pesato e in che modo le annotazioni del contribuente. È comunque evidente che per giustificare un basso punteggio ISA servono elementi fattuali e concreti e non dichiarazioni generiche non supportate da elementi anche documentali.
Quesito n. 10 – Osservazione al PVC
Domanda
Se nell’osservazione al PVC il contribuente ha scritto (su consiglio di A.d.E.): “mi riservo di formulare eventuali osservazioni nelle sedi opportune”, può essere sufficiente per evitare l’accondiscendenza del contribuente al PVC? Era meglio un’altra formula da inserire oppure possiamo stare tranquilli?
Risposta
Si, è una risposta tollerabile. Ad ogni buon conto è sempre meglio specificare, in prima battuta, che il contribuente non condivide i rilievi del PVC e si riserva di formulare osservazioni.
Quesito n. 11 – Accertamento induttivo per contribuente forfetario
Domanda
Un contribuente forfetario con fatturato sempre vicino alla soglia di 85mila euro, se acquista un’auto di lusso (costo 100-150 mila euro) tramite leasing rischia un accertamento induttivo? Il noleggio è consigliabile per mantenere un profilo più in linea con il reddito dichiarato?
Risposta
Il tenore della domanda lascia intendere che il contribuente dichiara unicamente i redditi derivanti dall’attività in regime forfetario e non ha avuto dismissioni patrimoniali o altre operazioni che possono giustificare un acquisto di un’auto di lusso. A parere di chi scrive ricorrere ad un leasing o ad un noleggio (che comunque avranno canoni mensili non certo trascurabili) può avere effetti in tema di accertamento sintetico(redditometro) ma non ai fini del disconoscimento del regime forfetario se l’auto non sia acquistata come bene strumentale.
Quesito n. 12 – Dichiarazione IMU senza allegati
Domanda
Contribuente presenta richiesta di rimborso IMU il Comune, a seguito controllo della posizione, rileva che nel 2021 è stata inviata PEC con dichiarazione IMU allegata riferita al 2020, nei termini, ma senza allegare copia dei contratti canone concordato, per una svista. Il Comune ritiene che questa mancanza determini la non agevolazione per gli immobili, per quell’anno e tutti i successivi.
Risposta
Purtroppo non vi sono soluzioni alternative al contenzioso o all’autotutela, dando risalto alla sostanza dell’esistenza dei canoni concordati.
Quesito n. 13 – Accertamento bancario
Domanda
A settembre 2025 si era ricevuto un questionario via PEC e cui non si rispose, l’Ufficio ha proceduto ad ottobre 2025 ad un accertamento in base alle movimentazioni bancarie (anni imposta 2019 e 2020) imputando un maggior reddito imponibile complessivo di 7.500,00 euro. Conviene fare l’integrativa e/o accertamento con adesione? In caso di adesione cosa deve fare il contribuente?
Risposta
Per quanto si legge nel quesito, si è già in presenza di accertamento. Dunque, il ravvedimento non è esplorabile come soluzione. Si può procedere con l’accertamento con adesione, ma nel rispetto dei termini normativi, ossia con istanza entro il termine del ricorso (se non vi è stato schema d’atto antecedente), ovvero entro 15 giorni (in caso di precedente schema d’atto).
Quesito n. 14 – NCC con ISA bassi e controlli del Fisco
Domanda
Nel settore dei trasporti NCC gli ISA sono quasi sempre inferiori a 5 pur in presenza di redditi medioalti. Questa discrepanza è comune nel settore e può dare adito all’inserimento nelle liste di controllo?
Risposta
Alla luce degli accertamenti finora effettuati nei quali gli Uffici hanno utilizzato, fra gli altri elementi utili all’accertamento induttivo, bassi punteggi ISA di molto inferiori a 5, il fatto che tale ISA dia risultati modesti a livello di intero settore (sulla base di quanto asserito nella domanda ma impossibile da riscontrare in concreto) dovrebbe suggerire all’A.d.E. di non utilizzare tale elemento.
Quesito n. 15 – PVC e termini accertativi: nessuna decadenza per l’invio dello schema d’atto
Domanda
Il 28 novembre la G.d.F. chiude un PVC per l’anno d’imposta 2019 che ha trasferito all’Agenzia delle Entrate. Teoricamente adesso ci sono 60 giorni per le nostre memorie. Chiedo di sapere se la possibilità accertativa decade per prescrizione al 31 dicembre 2025 prima che arrivi lo schema d’atto oppure l’accertamento.
Risposta
No, la norma richiamata non esiste più (art. 12, comma 7, Legge n. 212/2000). Il comma 7 in questione, infatti, è stato abrogato, dunque l’Agenzia può inviare nei termini lo schema d’atto.
Quesito n. 16 – Comunicazioni bancarie e anagrafe tributaria: il rischio dei falsi positivi e l’onere improprio della prova
Domanda
Ho vissuto l’esperienza su un mio assistito delle conseguenze dei giroconti. Le banche comunicano gli accrediti, gli uffici sulla comunicazione degli accrediti si limitano a sommare gli accrediti e confrontarli con il volume dei ricavi/compensi. Naturalmente parte la verifica. Solo per dimostrare i pagamenti volumi di carta!
Risposta
Purtroppo è così. I casi finora verificatisi hanno messo in luce questa problematica legata alle comunicazioni che le banche fanno in anagrafe tributaria. Gli uffici dovrebbero effettuare una verifica più puntuale ed evitare di richiedere al contribuente la prova dei giroconti. Il tema è sicuramente importante e l’uso di tecniche sempre più veloci mette a rischio la crescita di casi di falsi positivi.
Quesito n. 17 – Analisi delle probabilità di esito di una verifica
Domanda
Se si analizza la probabilità di reazione (adesione o ricorso) bisogna sempre fare ricorso, per essere catalogati come contribuenti non collaborativi bensì litigiosi, per essere scartati nelle selezioni. Immagino infatti che, vista la scarsità delle risorse e la ricerca della massimizzazione dei risultati, si rivolgeranno prevalentemente ai contribuenti che alla fine pagano.
Risposta
Purtroppo sulla base delle ultime linee di indirizzo sia dell’A.d.E. che dell’A.d.E.R. si evidenzia che le attività di controllo e di riscossione devono essere basate su requisiti di efficacia ed efficienza. Il che significa, evidentemente, che tali attività si concentrano, pressoché unicamente, su contribuenti che hanno disponibilità finanziarie e patrimoniali aggredibili dal Fisco.
Quesito n. 18 – Sanzioni e accertamento quadro RW Svizzera “ex black list”
Domanda
Contribuente titolare di c/c in Svizzera, nell’anno 2017 anno in cui la Svizzera era inserita nelle black list, omette la presentazione del quadro RW, l’accertamento è stato rilevato nell’anno 2025 visto che a gennaio 2024 la Svizzera e stata inserita nell’elenco white list si applica la sanzione dal 3% al 15% in vigore al momento dell’accertamento, oppure la sanzione raddoppiata?
Risposta
Si applica la sanzione del periodo in cui è commessa la violazione, dunque nel caso del periodo black list.
Quesito n. 19 – TFM degli amministratori: validità della quantificazione percentuale e requisiti dell’atto a data certa
Domanda
Se l’atto di data certa che prevede il TFM non ne stabilisce l’importo annuale in maniera assoluta, ma lo stabilisce nella misura di 1/13 dei compensi stabiliti annualmente dall’assemblea, si può considerare soddisfatto il requisito della quantificazione?
Risposta
Sì. stabilire che l’entità del TFM è commisurata ad una quota percentuale del compenso stabilito agli amministratori è un modo corretto di quantificare tale trattamento. Di solito si stabilisce nella stessa misura percentuale del TFR ma come abbiamo visto la giurisprudenza si sta orientando nel ritenere che siano legittime anche quantificazioni in misura diversa. ciò che comunque deve sempre esserci è una quantificazione identificata al momento della nomina che non può essere poi modificata.
Quesito n. 20 – Accertamento con adesione dopo l’avviso: ammissibilità anche in presenza di osservazioni allo schema d’atto
Domanda
Un contribuente, che ha esposto motivazioni allo schema d’atto, può, successivamente all’emissione dell’avviso di accertamento, chiedere accertamento con adesione?
Risposta
Se la fase di adesione non è stata chiesta in precedenza (ad esempio, con istanza nei 30 giorni successivi allo schema d’atto oppure a fronte del precedente PVC se esistente), la fase di adesione può essere attivata dopo l’avviso di accertamento, entro i 15 giorni dalla notifica dello stesso. Ciò anche se allo schema d’atto sono state prodotte osservazioni (si ripete, senza svolgimento della fase di adesione).
Quesito n. 21 – Autotutela dopo l’accertamento: assenza di obbligo di risposta e profili impugnatori
Domanda
In caso di avviso di accertamento al quale il contribuente fa seguire un’istanza di riesame in autotutela, entro quale termine l’Agenzia delle Entrate deve rispondere a detta autotutela?
Risposta
L’Agenzia può anche non rispondere. Dunque, in primo luogo attenzione ai termini di decadenza del ricorso, perché l’autotutela non sospende nulla. Dopo di che, in merito all’autotutela, bisogna comprendere se trattasi di casistica obbligatoria o facoltativa e comprendere se il silenzio dell’Agenziasia eventualmente impugnabile (solo nel caso dell’autotutela obbligatoria, decorsi 90 giorni dalla richiesta di autotutela).
Quesito n. 22 – Dichiarazione omessa: sanzioni applicate d’Ufficio
Domanda
Una ASD ha omesso la dichiarazione del periodo 1° luglio 2021 al 30 giugno 2022. Non vi è ancora stato alcun controllo, ora si intende inviare la dichiarazione IRES con debito di imposta e IRAP senza debito di imposta, quali sanzioni applicare?
Risposta
In caso di dichiarazione omessa non è possibile ravvedere. Dunque, le sanzioni sono applicate dall’Ufficio.
Quesito n. 23 – Proroga Covid 85 giorni
Domanda
Accertamento in relazione all’anno 2017 con invito a comparire notificato in luglio 2023, fase di contraddittorio fino a dicembre 2023, senza nessun accordo raggiunto, solo il 5 marzo 2024 l’Agenzia notificava l’accertamento. La decadenza dall’accertamento sarebbe scattata con il 31 dicembre 2024, ma l’Agenzia eccepisce gli 85 giorni di proroga Covid. Chi ha ragione?
Risposta
Per la giurisprudenza, purtroppo ci sono gli 85 giorni in più.
Quesito n. 24 – Chiarimento su dichiarazione IVA omessa
Domanda
Omessa dichiarazione IVA per l’anno 2022 con credito IVA. L’Agenzia delle Entrate recupera credito e irroga sanzioni. Applicando la circolare n. 21/E/2013 bisogna produrre documenti per l’annualità omessa che dimostri l’esistenza del credito, ma il credito si è formato nel 2019 ed è rimasto invariato negli anni successivi per la presenza di operazioni esenti. Quali documenti presentare?
Risposta
Tutti quelli che dimostrano il credito ed il relativo riporto negli anni.
Quesito n. 25 – Sanzioni PVC
Domanda
Verifica G.d.F. su anno imposta 2023. Notificato PVC con contestazione di 2 violazioni formali:
1. invio LIPE integrativa I trimestre 2023 a settembre 2023 senza il pagamento della sanzione. Non era stato indicato il credito anno precedente, quindi IVA non dovuta. Come ravvedere la sanzione?
2. Dichiarazione IVA 2023: chiedono integrativa per splittare le esportazioni del rigo VE30, colonna 5, no differenza IVA, quale sanzione?
Risposta
In caso di PVC consegnato, le sanzioni si riducono ad 1/5. Per gli errori da infedele dichiarazione senza emersione di imposte da pagare, si applica la sanzione formale di base.
Quesito n. 26 – Risposta allo schema d’atto
Domanda
Si riceve uno schema d’atto al quale si risponde documentando i rilievi effettuati. Si documenta tutto tranne alcuni costi di cui non si trovano più le ricevute, circa 800 euro. A questo punto l’Agenzia delle Entrate emetterà l’avviso di accertamento direttamente o riformula lo schema d’atto con la possibilità di effettuare un ravvedimento operoso?
Risposta
L’Ufficio emette l’avviso di accertamento. Volendo è il contribuente a poter anticipare il Fisco, facendo integrativa per gli 800 euro e versando in ravvedimento.
Quesito n. 27 – Incoerenza nell’accertamento di una medesima operazione tra prestatore del servizio e committente
Domanda
Controllo su due società (identici soci, attività di autotrasporto) per anno in cui s.r.l. ha lavorato solo per s.n.c. in subappalto. G.d.F. emette verbale su s.r.l. contestando pochi euro per omaggi indeducibili, su s.n.c. contesta le 3 fatture cumulative ricevute da s.r.l. per descrizione generica (trasporti eseguiti per vs conto) documentato con prospetto di dettaglio ricostruito. S.r.l. ha aderito al verbale: chiuso. S.n.c. attende schema d’atto. Che fare?
Risposta
Si potrebbe eccepire il divieto di duplicazione del prelievo fiscale ex art. 163 TUIR anche su due soggetti diversi.
Quesito n. 28 – Compensazione credito IVA in assenza di visto di conformità
Domanda
Ad una società è stato notificato di un avviso nel quale viene contestato l’utilizzo del credito IVA 2020, perché l’intermediario che aveva apposto il visto di conformità non era legittimato in quanto, cancellato dalle liste dei soggetti abilitati al visto per non avere comunicato il rinnovo della polizza assicurativa alla DR-Lombardia. Come si consiglia di agire anche rivalendosi sull’intermediario?
Risposta
Certamente ricorrono gli estremi per il risarcimento del danno cagionato, limitatamente alle somme non altrimenti recuperabili (tipo le sanzioni da pagare).
Quesito n. 29 – Plusvalenza cessione terreno edificabile
Domanda
Una persona ha ricevuto in donazione un terreno dichiarato per 200.000 euro, il cui valore è stato poi rettificato da Agenzia delle Entrate a 1.000.000 euro con avviso non impugnato e quindi maggiori imposte di registro pagate. Ora il contribuente vuole vendere il terreno a 1.300.000 euro. Qual è il costo fiscalmente riconosciuto per il calcolo della plusvalenza: i 200.000 euro originari o il valore accertato di 1.000.000 euro?
Risposta
Poiché l’accertamento di valore ai fini dell’imposta di registro non è stato impugnato ed è divenuto definitivo il valore da prendere ora a riferimento è quello oggetto di rettifica. A tale valore va aggiunto anche l’importo delle imposte pagate a seguito dell’accertamento di valore.
Quesito n. 30 – Differenze tra schema d’atto e atto di liquidazione
Domanda
Per quale motivo l’Agenzia delle Entrate nello schema d’atto (relativo ad una rettifica di valore di un immobile in una compravendita) indica maggiore imposta e sanzioni e nel successivo atto di liquidazione tiene parzialmente conto delle memorie del contribuente e abbassa la pretesa? Chiede l’imposta ma non applica le sanzioni.
Risposta
Non è dato conoscere il caso specifico, bisognerebbe comprendere se è motivata la mancata applicazione delle sanzioni, che può ricorrere quando si ritiene l’errore del contribuente, ad esempio, dovuto alle oggettive difficoltà interpretative ed applicative della norma. Oppure potrebbero essere specifiche regole normative del caso concreto (sempre a titolo di esempio, subentro degli eredi e cancellazione delle sanzioni).
Quesito n. 31 – Schema d’atto e osservazioni del contribuente: assenza di obbligo di risposta dell’Ufficio
Domanda
Una cliente ha ricevuto schema d’atto e sono state presentate nei 60 giorni le contestazioni. Sono trascorsi 50 giorni dalla presentazione delle osservazioni ma l’Ufficio non ha dato nessun tipo di risposta. Attendiamo senza sollecitare?
Risposta
Si, potete tranquillamente attendere.
Lo schema d’atto, infatti, non ha decorrenze specifiche, non essendo atto impugnabile. si attende l’accertamento e poi se da un lato decorrono i termini per impugnare, dall’altro si verifica se i termini di decadenza sono stati rispettati o meno.
Quesito n. 32 – Schema d’atto tributi locali
Domanda
Per gli accertamenti sui tributi locali (IMU, TARI, ecc.) è previsto lo schema d’atto, l’ente deve attivare il contraddittorio obbligatorio?
Risposta
Si, le nuove disposizioni introdotte nella Legge n. 212/2000 riguardano anche gli accertamenti emessi dagli enti locali.
Quindi, ad esempio, in caso di accertamento IMU, il Comune deve procedere con la preventiva notifica dello schema d’atto per attivare il contraddittorio preventivo e solo dopo procedere con l’avviso di accertamento.
Quesito n. 33 – Causa premiale ISA e segnalazione penale tardiva: profili di legittimità e tutela del contribuente
Domanda
S.n.c. con accertamento l’IVA detratta su fatture ricevute per appalto reso da s.r.l., sulla base che trattasi di somministrazione illecita di manodopera (fatture soggettivamente inesistenti). Si invoca la causa premiale ISA ma l’Agenzia, solo dopo il deposito del ricorso (vinto i 1° grado dal contribuente e ora appellato), innesca la denuncia penale ex art. 331 c.p.p., solo per far decadere tale beneficio. È regolare?
Risposta
Purtroppo non vi sono termini decadenziali per attivare la segnalazione del reato, che dovrebbe avvenire tempestivamente ma che in ogni caso espone ad eventuali richiami disciplinari o di altro genere se il ritardo del funzionario comporta la decadenza e/o prescrizioni delle implicazioni e azioni successive. Sarà poi il giudice ad apprezzare, sul piano tributario, l’eccezione avanzata.
Quesito n. 34 – Richiesta di adesione integrale al PVC ignorata da A.d.E.
Domanda
Dopo aver ricevuto un PVC, il contribuente ha inviato nei tempi indicati una domanda di adesione integrale al PVC, con riduzione a (1/6). Non ricevendo alcun prospetto con l’importo da versare o un diniego all’adesione, chiede un riscontro. Gli viene detto di fare ravvedimento operoso (1/5) prima dell’avviso di accertamento. Versa tale cifra ma non invia dr integrativa. È corretto?
Risposta
Sarebbe opportuno anche produrre l’integrativa, ma su questo può sempre rimediarsi previo confronto con l’Ufficio competente in ordine alla necessità dell’integrativa.
Quesito n. 35 – Applicazione del cumulo giuridico
Domanda
In caso di disconoscimento del regime forfetario per l’errata fatturazione (aver emesso fatture senza IVA anziché con IVA) è applicabile il cumulo giuridico? Oppure vengono irrogate sanzioni (70% imposta con minimo euro 300) per ogni fattura?
Risposta
Con il nuovo ravvedimento si applica il cumulo giuridico.
Quesito n. 36 – Omessa notifica degli allegati al ricorso e costituzione dell’Agenzia: profili di ammissibilità
Domanda
Se negli allegati al ricorso è stata omessa la notifica all’Agenzia delle Entrate, ma la stessa Agenzia ha depositato controdeduzioni, il ricorso è inammissibile?
Risposta
Se gli allegati erano già disponibili per l’Amministrazione finanziaria, allora non vi sono problemi. Dopo di che bisogna comprendere cosa ha eccepito l’Agenzia in sede di controdeduzioni.
Quesito n. 37 – Ricorso avverso avviso ex art. 36-ter e successiva cartella di pagamento: obbligo di autonoma impugnazione
Domanda
In caso di ricorso in CTG I grado avverso avviso di controllo formale ex art. 36-ter (che in base all’evoluzione giurisprudenziale oggi rientra negli atti impugnabili facoltativamente), se poi successivamente nelle more del giudizio viene notificata la cartella di pagamento, è necessario impugnare anche quest’ultima?
Risposta
Al momento della notifica della cartella di pagamento il contribuente deve necessariamente impugnarla per evitare che la stessa diventi definitiva. L’impugnazione sarà meramente formale e finalizzata unicamente alla richiesta di riunione con il giudizio attivato nei confronti dell’avviso bonario. L’impugnativa della cartella garantirà anche il contribuente da eventuali eccezioni di non impugnabilità dell’avviso bonario.
Quesito n. 38 – Sanzione in caso di disconoscimento del regime forfetario
Domanda
Contribuente forfetario che erroneamente non ha riproporzionato i ricavi nel primo anno di esercizio (n) sforando il limite massimo e ha ricevuto avviso di accertamento per l’anno n+1 con applicazione dell’IRPEF, IVA, ecc. L’Ufficio applica le sanzioni per dichiarazioni infedele, non essendoci occultamento di ricavi ma solo errata applicazione del regime. È difendibile la tesi che la sanzione corretta sia quella di omesso versamento?
Risposta
No, trattasi di dichiarazione infedele.
Quesito n. 39 – Omesso schema d’atto e avviso di accertamento esecutivo comunale: nullità o annullabilità dell’atto
Domanda
Se il Comune emana un avviso di accertamento esecutivo senza aver inviato preventivamente lo schema di atto, l’avviso è automaticamente nullo ex lege e quindi può essere sollevato un rilievo pregiudiziale?
Risposta
Come già illustrato in altra risposta, l’omesso schema d’atto, salvo che non ricorrano motivi di pericolo per la riscossione (adeguatamente motivati), determina la potenziale annullabilità dell’atto, che deve essere eccepita in sede di ricorso introduttivo.
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